Due fra i più
grandi poeti della canzone di tutti i tempi. Questo accostamento non è
peregrino, in quanto sono moltissimi i punti che accomunano il francese Georges Brassens (1921-1981) e il genovese Fabrizio De Andre(1940-1999).
Questultimo del resto diceva del suo collega più anziano: Mi ha sconvolto la
vita. Se ho iniziato a fare questo mestiere è solo merito suo. De André aveva
scoperto in Brassens una parte di se stesso. Tutti e due affondavano le proprie
radici culturali nella tradizione letteraria e poetica soprattutto del Medioevo
e profonda è stata limpronta lasciata dallopera del poeta medioevale francese
François Villon. I due cantautori si
sono impegnati in una lotta senza quartiere contro i falsi valori, le false
ideologie che generano fanatismi , intolleranza e violenza esercitata
soprattutto contro i deboli, gli emarginati, i diseredati. Non cè perciò da
sorprendersi se De André , soprattutto allinizio della sua carriera, abbia
voluto rendere omaggio a Brassens traducendo in italiano alcuni dei suoi testi
celebri, così come non cè da sorprendersi se temi e persino titoli di Brassens
sono divenuti deandreani.
Tutto questo
però non deve indurre a credere che De André sia stato un imitatore di
Brassens, anzi crediamo addirittura che il Genovese sia stato persino più grande come poeta, nella misura in cui
essere poeta significa essere potente creatore di immagini piene di suggestione
e lirica bellezza. Brassens invece era un coltissimo letterato, un
raffinatissimo cesellatore della lingua, un tecnico insuperato dellarte della
versificazione. Per concludere si potrebbe dire che De André appartiene a quella scuola romantica
che esprime eroi spesso dominati dalla
struggente e angosciosa fatica di vivere; Brassens è il poeta classico che domina
e controlla le proprie passioni e tensioni morali e le esprime spesso
servendosi dellumorismo e dellironia.
GEORGES BRASSENS
è nato a Sète, nel Sud della Francia nel 1921 da Louis, muratore e piccolo
imprenditore edile e Elvira dAgrosa, di origine italiana. Mostrò fin da
piccolo uno spiccato interesse per la musica e la poesia, ma i suoi non lo
iscrissero a un conservatorio, e così a
17 si fece espellere dal liceo della sua città.
A18 anni andò a
Parigi in cerca di fortuna. Componeva canzoni e scriveva poesie. Durante
loccupazione nazista di Parigi della seconda guerra mondiale fu costretto,
come migliaia di giovani Francesi, ad andare in Germania a lavorare per
lindustria bellica tedesca. Nel 44 scappò dalla Germania e tornò a Parigi, dove visse
clandestinamente in un tugurio senza acqua corrente né luce elettrica presso Jeanne e Marcel, una coppia tanto generosa quanto povera.
Questa situazione di estrema indigenza durò per parecchi anni, anche dopo la
guerra. Georges passava le giornate nella biblioteca del suo quartiere a
leggere di tutto e le notti a comporre canzoni che nessuno voleva ascoltare,
tanto erano diverse da quelle dei cantanti di successo dellepoca: Maurice
Chevalier, Charles Trénet, Tino Rossi, Edith Piaf, Yves Montand.
Il successo
arrivò finalmente tra il 52 e il 53, quando Georges aveva superato i 31 anni,
e fu un successo fulmineo, malgrado la censura della Radio di Stato che non
trasmetteva molte delle sue canzoni considerate troppo scandalose o troppo
sovversive.
Passerà il resto
della vita a studiare, a leggere e a comporre, non apparendo in pubblico se non
in occasioni di concerti o tournées, occasioni che, col passare del tempo, si
facevano sempre più rare.
Nel 1967 gli fu
assegnato il Grande Premio della Poesia della prestigiosissima Académie
Française. Gli fu proposto di entrare a far parte permanentemente di questo
simposio detto in Francia degli Immortali, ma lui rifiutò. Morì a 60 anni,
stroncato da un male incurabile.
In Francia
Brassens è stato sempre più popolare di quanto i Beatles non siano stati in
Gran Bretagna, e sono ormai migliaia le scuole, le istituzioni culturali, le
strade, le piazze, i parchi a lui intitolati, ciò che non è avvenuto per nessun
altro dei pur importanti esponenti della canzone francese. A più di ventanni
dalla sua morte ogni Francese conosce almeno cinque o dieci o più delle sue
canzoni. Lo scrittore sudamericano G. Garcia Marquez lo definisce addirittura
il più grande poeta della letteratura francese del 900. In Italia, stimatissimo
dagli intellettuali e studiato nelle università, è poco conosciuto dal grosso
pubblico, che, non conoscendo bene il francese, non riesce a comprendere le sue
inesauribili invenzioni linguistiche, le immagini poetiche, la vivacità
ironica, tutti mezzi di cui il poeta si serve nelle sue canzoni per trattare i
grandi temi della condizione umana. Il concerto di oggi ha anche il merito di presentare finalmente Brassens
in italiano.
GIUSEPPE SETARO è da molti anni studioso e divulgatore
dellopera di Georges Brassens: partecipa
a seminari, tiene conferenze o concerti-conferenze, in Italia e ancor più in
Francia, presso centri studi o in occasioni di eventi culturali o festival
musicali.
Nellintento di
rendere accessibile a tutti in Italia lopera dellartista francese, si è
impegnato a tradurlo nella nostra lingua. I
testi tradotti sono più di 80 e si trovano pubblicati nei libretti che
accompagnano i 5 CD da lui registrati
finora o su alcuni siti Internet. I dischi
portano tutti il titolo di
OMAGGIO A G. BRASSENS, n° 1, 2, 3, 4 e 5. Il n° 3 si intitola più
esattamente OMAGGIO A G. BRASSENS E AI SUOI POETI, in quanto vi si trovano
incisi esclusivamente testi di alcuni
fra i grandi poeti della letteratura
francese (P. Corneille, V. Hugo, A. de Lamartine, A de Musset, P. Verlaine,
ecc.) messi in musica da Brassens e che sono tradotti e cantati in italiano.
E lunico
italiano che interpreta Brassens in Francia, dove viene regolarmente invitato a
tenere concerti (collettivi o individuali) nelle manifestazioni o festival,
insieme ad artisti di grande prestigio, come è successo in tutte le ultime
edizioni delle Semaines G. Brassens di Vaison-la-Romaine o in occasione del grande concerto, che ha
avuto luogo il 25 ottobre 2001, per il 20° anniversario della morte
dellartista e l80° della sua nascita, al teatro Molière di Sète, sua città
natale.
Giudizi
estremamente lusinghieri sono stati espressi su questa sua attività da giornalisti
e critici, interpreti famosi, amici e intimi
del poeta scomparso, o semplici appassionati. In Italia è meno
conosciuto, perché ha preferito finora dedicarsi allo studio e alla ricerca.
Adesso tuttavia, raggiunti gli obiettivi che si era prefissati, è più
disponibile a mettere a disposizione
lesperienza acquisita al fine di far conoscere al grande pubblico italiano la
straordinaria arte dellultimo dei troubadours.
Dà perciò
appuntamento agli interessati sul suo
sito Internet di prossima pubblicazione (lindirizzo provvisorio dovrebbe
essere www.omaggioabrassens.com ), o
allindirizzo di posta elettronica [email protected] .